🎓 Benjamin Graham: i suoi due investimenti che hanno fatto scuola.
La sua carriera non è stata una sequenza di “scommesse fortunate”, ma una serie di decisioni ragionate che mostrano, ancora oggi, come il metodo di investimento dei fuoriclasse batta l’istinto.
Caro Fuoriclasse,
noi crediamo che l’investimento non sia mai una corsa sfrenata al prossimo “colpo di fortuna”, ma un percorso di disciplina, studio e pazienza.
È un cammino che richiede carattere, più che intuito.
Non ci interessano le mode del momento, ma le regole senza tempo che hanno guidato i più grandi investitori della storia: i fuoriclasse.
Tra questi, uno svetta sopra tutti: Benjamin Graham, il padre della Value Investing.
Non solo per i suoi libri – Security Analysis e The Intelligent Investor – ma per la coerenza con cui ha vissuto i principi che noi stessi consideriamo centrali: investire in aziende reali, restare razionali quando il mercato è in preda all’emotività, cercare valore solido e duraturo.
La sua carriera non è stata una sequenza di “scommesse fortunate”, ma una serie di decisioni ragionate che mostrano, ancora oggi, come il metodo batta l’istinto.
Ecco perché vogliamo raccontarti i suoi due migliori investimenti come se fossero piccole parabole, ciascuna legata ai nostri dieci principi della Filosofia del Valore.
Perché i fuoriclasse non si definiscono per un colpo di genio isolato, ma per la capacità di replicare una filosofia, giorno dopo giorno, investimento dopo investimento.
Cominciamo!
Northern Pipeline: un forziere nascosto in piena vista
Siamo negli anni ’20. La bolla dei “Roaring Twenties” gonfia i titoli più alla moda, mentre aziende noiose e regolate come Northern Pipeline, una società di oleodotti della galassia Standard Oil, vengono ignorate. Agli occhi di Wall Street non hanno nulla di eccitante: gestiscono condutture, incassano tariffe stabili, fine della storia.
Eppure, quando Graham prende in mano il bilancio, nota un dettaglio che gli altri trascurano: la società possedeva ingenti partecipazioni obbligazionarie (soprattutto in bond ferroviari) ed azionarie in altre società, che non venivano considerate dagli investitori. In pratica, l’azione era scambiata a un prezzo molto inferiore al valore degli attivi liquidi della società stessa.
Il prezzo delle azioni non riflette minimamente questo tesoro. In pratica, comprando un’azione di Northern Pipeline, non solo si diventa proprietari di un pezzo della rete di oleodotti, ma si ha diritto anche a una quota di quei titoli in cassaforte. È come pagare per un appartamento e scoprire che in cantina c’è una cassa piena di lingotti d’oro che nessuno considera.
Graham fa i suoi calcoli e capisce che sta pagando molto meno del valore reale. Compra azioni, poi, con la sua tipica fermezza, inizia a sollecitare la società perché restituisca parte di quel patrimonio agli azionisti. Non era un attivista urlante, ma un investitore razionale che chiedeva coerenza: “Se quei titoli appartengono agli azionisti, perché non renderglieli?”
Alla fine, la pressione paga. La società distribuisce parte del capitale e il mercato si accorge dell’errore. Graham guadagna, e soprattutto dimostra che l’investitore paziente e attento può scoprire valore dove gli altri vedono solo polvere.
La lezione? Spesso il mercato guarda solo l’etichetta. Graham, invece, guardava dentro la scatola.
👉 Ecco i Principi dei Fuoriclasse che puoi ripassare per comprendere la strategia di Graham legata a Northern Pipeline:
Gestione del rischio
Sfruttare Mr. Market
No alla Macroeconomia
GEICO: quando la qualità incontra il prezzo giusto
Saltiamo agli anni ’40. Graham, ormai investitore affermato, si imbatte in una piccola compagnia assicurativa con un nome poco noto: GEICO (Government Employees Insurance Company). Nessuno la considera speciale. Il settore assicurativo non scalda i cuori di Wall Street, e questa società, ancora agli inizi, sembra una delle tante.
Ma Graham non si ferma alla superficie. Studia il modello di business e scopre qualcosa che lo sorprende: GEICO vende polizze direttamente al consumatore, senza passare da eserciti di agenti e intermediari. Questo significa costi più bassi e margini migliori. Non solo: la clientela principale è composta da dipendenti pubblici, in media più prudenti e con meno sinistri. In altre parole: rischi più bassi e ricavi più prevedibili.
Per Graham, abituato a cercare valore nascosto nei bilanci, questa combinazione è oro: un modello innovativo, clienti di qualità e azioni ancora a un prezzo conveniente. Non è il solito “cigar butt” da spremere e abbandonare, ma una azienda con prospettive di crescita reali.
Così Graham decide di comprare una quota importante attraverso il fondo Graham-Newman. È un passo diverso dal suo stile tradizionale, ma in linea con il principio più importante: cercare aziende che abbiano un margine di sicurezza non solo nel bilancio, ma anche nel modello di business.
Il tempo gli dà ragione. GEICO cresce rapidamente, il mercato inizia a riconoscerne il potenziale, e l’investimento diventa uno dei più redditizi della carriera di Graham.
Ma la storia non finisce qui: qualche anno dopo, un giovane studente di nome Warren Buffett – allievo di Graham – decide di fare un viaggio fino a Washington per visitare la sede di GEICO. In quell’ufficio minuscolo, parlando con un dirigente, intuisce la stessa cosa che aveva visto il suo maestro: un business semplice, scalabile, di grande valore. Sarà l’inizio di un legame destinato a durare decenni.
La lezione? Non basta che un’azienda sia a sconto. Deve avere qualità vere. Graham non cercava solo “occasioni”, cercava buoni affari con fondamenta solide.
👉 Ecco i Principi dei Fuoriclasse che puoi ripassare per comprendere la strategia di Graham legata a GEICO:
No deep value
No market timing
Gestione del rischio
Investire in aziende e non biglietti della lotteria
Il filo conduttore
Guardando questi due investimenti, capiamo che Graham non era un cacciatore di mode né un amante del rischio. Era un artigiano del valore.
Leggeva la storia di un’azienda, non il suo ticker.
Studiava i bilanci per capire il business e le prospettive.
Comprava quando gli altri scappavano.
Restava investito abbastanza a lungo perché il valore venisse riconosciuto.
Non cercava previsioni macro, ma fatti concreti.
In altre parole: un vero Fuoriclasse.
E la sua eredità?
È tutta qui: “The Intelligent Investor: The Definitive Book on Value Investing”, libro che ogni fuoriclasse dovrebbe tenere sempre sulla scrivania.
Buona Domenica.
Il Team dei Fuoriclasse.
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