🛜 Il boom di Oracle spiegato: opportunità o rischio nascosto?
In questa newsletter vi spiegheremo passo per passo come analizza e cosa pensa un Fuoriclasse di Oracle, e se Oracle è un'opportunità o un rischio in questo momento di FOMO.
Autori: Stefano Reali (Portfolio Manager - Pharus Asset management S.A.), Riccardo Volpi (Portfolio Manager - Pharus Asset management S.A.), Andrea Guitta (Portfolio Manager - Pharus Management Lux S.A. - Milan Branch), William Trevisan (Portfolio Manager - Pharus Management Lux S.A. - Milan Branch) | Persona Giuridica: Pharus Management Lux S.A. Sede di Milano | Autorità Competente: Banca D’Italia, CSSF | Raccomandazione Ultimata: 15.09.2025 ore 11:00 | Prima diffusione della raccomandazione: 16.09.2025 ore 06:30 | Data e ora Prezzi: 15.09.2025 ore 09:30 | Informazioni secondo il Regolamento Delegato (UE) 2016/958 “Raccomandazione in materia di investimenti” sono a questo link.
Caro Fuoriclasse,
settimana scorsa il titolo Oracle ha registrato un +36% in giornata.
Oracle non registrava una variazione cosi’ elevata in giornata dal 1992.
La somma di queste due cose ha generato la FOMO su Oracle. (FOMO è l'acronimo inglese di "Fear Of Missing Out", che si traduce in italiano come "paura di essere tagliati fuori" o "paura di perdersi qualcosa")
In questa newsletter vi spiegheremo passo per passo come analizza e cosa pensa un Fuoriclasse di Oracle.
Alla fine troverete se Oracle è o no un investimento da Fuoriclasse.
Quindi prendete penna e foglio e segnatevi passo passo la ricetta di Fuoriclasse nell’analizzare Oracle.
1. Prima cosa da fare è chiedersi: ma cosa fa Oracle?
Oracle sviluppa e fornisce tecnologie per l’IT enterprise: applicazioni gestionali e infrastruttura, erogate in cloud, on-premise o in modalità ibride. L’idea guida è dare scelta e flessibilità ai clienti su quando e come adottare il cloud, mantenendo interoperabilità con ambienti esistenti.
I tre business
Cloud & License 86% delle revenue:
Oracle Cloud Applications (OCA): la suite SaaS “Fusion” per tutte le funzioni core—ERP, EPM, SCM, HCM, Sales/Service/Marketing—più NetSuite (per PMI) e Oracle Health.
Oracle Cloud Infrastructure (OCI): servizi IaaS/PaaS (compute, storage, networking), Autonomous Database, MySQL HeatWave, servizi AI/ML e strumenti per sviluppo e integrazione. Tutto pensato per performance, sicurezza e costi prevedibili.
Licenze on-prem/cloud: Database Oracle e MySQL, Java, middleware; quasi tutti i clienti abbinano supporto (aggiornamenti, assistenza).
Hardware 5% delle revenue:
Engineered Systems (es. Exadata), server, storage e software di virtualizzazione/gestione. Possono girare in cloud, on-prem o in hybrid (es. Exadata Cloud@Customer, OCI Dedicated Region, Sovereign Cloud, Alloy, Roving Edge).Services 9% delle revenue:
Consulenza (strategie, migrazioni, implementazioni, integrazioni, sicurezza) e Advanced Customer Services per massimizzare prestazioni e disponibilità delle soluzioni Oracle.
Come vengono usate
Clienti di ogni settore (aziende, PA, istruzione) usano Oracle per:
gestire processi contabili e finanziari con Fusion Cloud ERP;
far girare applicazioni bancarie su Exadata Cloud@Customer;
costruire e servire modelli di AI generativa su OCI;
potenziare supply chain, HR e customer experience con app cloud integrate.
Strategia e modello operativo
Flessibilità di deployment (cloud pubblico Oracle, on-prem, ibrido, multicloud) e interoperabilità per spostare i carichi tra ambienti diversi.
Forte investimento in R&D (sicurezza, performance, affidabilità, AI integrata nelle app e nel database).
Supporto post-vendita e acquisizioni mirate per ampliare offerta e base clienti.
Cloud in crescita nel mix ricavi (quota in aumento negli ultimi esercizi).
2. La seconda domanda abbastanza ovvia è: ma come mai ha fatto quasi +36% in un giorno?
Nel primo trimestre dell’anno fiscale, Oracle ha registrato un balzo straordinario degli obblighi di performance rimanenti (RPO), che hanno raggiunto i 455 miliardi di dollari, con un incremento del 359% su base annua. L’RPO rappresenta i ricavi già contrattualizzati ma non ancora contabilizzati, e quindi costituisce un indicatore chiave della visibilità sui ricavi futuri.
Questa crescita eccezionale è stata trainata soprattutto dalla firma di quattro contratti multimiliardari con tre grandi clienti, tra cui accordi legati al progetto Stargate e con i principali fornitori di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM).
In soli tre mesi, Oracle ha aggiunto 317 miliardi di dollari di RPO, una cifra quasi cinque volte superiore al fatturato annuo previsto per l’anno fiscale 2026, pari a circa 67 miliardi di dollari.
Il management prevede che l’infrastruttura cloud dell’azienda crescerà del 77% nel 2026, sostenendo un tasso di crescita annualizzato a cinque anni del 70%. Considerata la pipeline di ulteriori contratti multimiliardari attesi a breve, l’RPO è destinato a superare rapidamente la soglia del mezzo trilione di dollari, consolidando la posizione di Oracle tra gli hyperscaler e rafforzando l’ottimismo legato all’espansione dell’intelligenza artificiale.
Ecco le parole del management a riguardo:
“Abbiamo firmato importanti contratti cloud con i più grandi nomi dell'intelligenza artificiale, tra cui OpenAI, xAI, Meta, NVIDIA, AMD e molti altri. Alla fine del primo trimestre, gli obblighi di performance rimanenti, o RPO, ammontavano a 455 miliardi di dollari. Si tratta di un aumento del 359% rispetto allo scorso anno e di 317 miliardi di dollari rispetto alla fine del quarto trimestre. Il nostro RPO cloud è cresciuto di quasi il 500%, in aggiunta alla crescita dell'83% dello scorso anno...”
…L'enorme crescita di questa RPO ci consente di apportare una significativa revisione al rialzo alla parte Cloud Infrastructure del nostro piano finanziario. Prevediamo che Oracle Cloud Infrastructure crescerà del 77%, raggiungendo i 18 miliardi di dollari in questo anno fiscale, per poi aumentare a 32 miliardi di dollari, 73 miliardi di dollari, 114 miliardi di dollari e 144 miliardi di dollari nei successivi 4 anni. Gran parte di questi ricavi è già contabilizzata nel nostro RPO da 455 miliardi di dollari, e quest'anno abbiamo avuto un inizio d'anno fantastico."
3. La terza domanda è: come entrare nel dettaglio del motore di crescita di Oracle, cioè il cloud?
Oracle Cloud Infrastructure sta mostrando una forte accelerazione, con prospettive di crescita riviste al rialzo non solo per il breve termine, ma anche nel medio-lungo periodo. Secondo le nuove stime, i ricavi di OCI dovrebbero crescere del 77% anno su anno nel 2026, raggiungendo circa 18 miliardi di dollari, per arrivare a 144 miliardi entro il 2030. Ciò corrisponde a un CAGR di circa il 70% dai 10,2 miliardi del 2025 e riflette la crescente domanda di carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale, in particolare quelli di training e inferenza.
Un elemento chiave è che gran parte di questa crescita prevista è già incorporata nell’enorme RPO registrato da Oracle, basato su ipotesi di domanda prudenziali. Inoltre, i ricavi attesi per il 2030 superano di oltre 50 miliardi di dollari i costi stimati per lo stesso anno (91 miliardi), segnalando margini potenzialmente in espansione.
Parallelamente, Oracle sta capitalizzando sulla strategia multi-cloud, con un aumento del 1.529% annuo dei ricavi da database multi-cloud. Sebbene i volumi siano ancora limitati, la crescita testimonia la forte adozione del modello e il rafforzamento della collaborazione con gli altri hyperscaler. L’azienda prevede di continuare a espandere la propria infrastruttura con 71 data center attivi, ben oltre i 37 del 2017.
Queste dinamiche rafforzano la fiducia nella capacità di OCI di centrare l’obiettivo di fatturato a cinque anni. Le partnership strategiche con player di primo piano dell’intelligenza artificiale, come OpenAI, e la partecipazione al progetto Stargate, collocano Oracle in una posizione privilegiata per intercettare i crescenti flussi di domanda legati all’AI, consolidando la sua traiettoria di crescita.
4. Poi un Fuoriclasse deve pero’ guardare ai numeri effettivi e chiedersi: ma come ha riportato i numeri Oracle?
a. Nel primo trimestre Oracle ha riportato risultati inferiori alle attese in tutti i segmenti principali, in linea con la tradizionale debolezza stagionale del periodo.
I ricavi complessivi sono saliti del 12% su base annua, leggermente sotto le stime del 13%.
La crescita del cloud è stata del 28%, a metà del range di guidance (26-30%).
Nel dettaglio, l’IaaS è aumentato del 55% (vs 56% atteso) e il SaaS dell’11% (vs 12% atteso), con Fusion e NetSuite in rallentamento sequenziale.
Sul fronte della redditività, il margine operativo del 41,8% ha superato di poco le previsioni, ma resta la pressione legata agli ingenti investimenti nell’infrastruttura AI.
Le stime indicano una contrazione del margine operativo dal 43,6% nel 2025 al 41,9% nel 2026.
b. Approfondendo i numeri si nota che sono richiesti grossi investimenti:
Nel primo trimestre, le capex di Oracle sono calate del 6% rispetto al trimestre precedente, ma si sono comunque attestate sopra le attese, rispetto alla stima iniziale di 25 miliardi di dollari. Per l’anno fiscale 2026, l’azienda ha rivisto al rialzo le proprie previsioni, portandole a 35 miliardi di dollari, pari a una crescita del 65% su base annua, segnalando una forte accelerazione degli investimenti infrastrutturali. L’incremento riflette i persistenti vincoli di offerta a fronte di una domanda in rapida crescita, soprattutto legata ai carichi di lavoro di intelligenza artificiale. Oracle ha inoltre precisato che le spese potrebbero aumentare ulteriormente in base alle esigenze di capacità.Guardando al lungo periodo, si prevede che le capex raggiungeranno un picco di 88 miliardi di dollari entro l’anno fiscale 2030, un livello comparabile agli investimenti dei tre principali hyperscaler. Tale intensità di spesa dovrebbe comportare tre anni consecutivi di flusso di cassa libero negativo, riflettendo la pressione degli investimenti sulla generazione di cassa nel breve-medio termine.
c. Approfondendo sempre i numeri si nota che il debito è un po’ pesante:
L'acquisto di hardware per l'intelligenza artificiale richiede capitale, molto capitale, e Oracle non è nelle migliori condizioni finanziarie per questo.
Al 31 agosto 2025, Oracle aveva 11,0 miliardi di dollari USA in liquidità e titoli negoziabili, ma ben 91,3 miliardi di dollari USA di debito , con un'elevata posizione di indebitamento netto di 80,3 miliardi di dollari USA . Se si includono le passività per leasing operativi di Oracle, la posizione di indebitamento netto sale ulteriormente a 94,4 miliardi di dollari USA. Il flusso di cassa operativo e l'utile netto di Oracle ammontano rispettivamente a 21,5 miliardi di dollari USA e 12,4 miliardi di dollari USA. Utilizzando il dato inferiore relativo all'indebitamento netto, i rapporti debito netto/flusso di cassa operativo e debito netto/utile netto di Oracle risultano pari a 3,7 e 6,5. Questi rapporti suggeriscono che Oracle non è in grado di aumentare significativamente il proprio debito senza mettere a rischio la propria salute finanziaria. Per essere chiari, i rapporti sono elevati non perché il flusso di cassa operativo e l'utile netto di Oracle siano temporaneamente compressi.
5. Un Fuoriclasse deve avere SEMPRE un’idea della competizione del settore.
La crescita di Oracle Cloud Infrastructure (OCI) sembra avvenire a spese dei tre grandi hyperscaler – Amazon AWS, Microsoft Azure e Google Cloud – anche se con sfumature diverse:
Amazon (AWS): è il leader storico, ma la crescita si è rallentata rispetto agli anni passati. Oracle, con contratti miliardari legati all’AI, sta conquistando clienti che in passato sarebbero finiti quasi automaticamente su AWS.
Microsoft (Azure): resta molto forte, soprattutto grazie all’integrazione con i prodotti enterprise e alla partnership con OpenAI. Tuttavia, l’enorme backlog di Oracle e il coinvolgimento diretto in progetti come Stargate mostrano che sta attirando clienti di AI hyperscale che avrebbero potuto rivolgersi ad Azure.
Google Cloud: è il terzo player, con circa il 10% del mercato IaaS/PaaS. Le stime che portano Oracle a 144 miliardi di ricavi nel 2030 implicano che possa raggiungere una dimensione paragonabile a Google Cloud, segnalando che parte dei clienti AI-first (training e inferenza) stanno scegliendo OCI invece che GCP.
Oracle sta erodendo quote su segmenti specifici – soprattutto AI training e inferenza – dove offre condizioni economiche e infrastruttura più mirata. È qui che sta conquistando clienti che altrimenti sarebbero finiti su AWS, Azure o GCP
Dopo questo approfondimento ora pero’ è necessario capire se Oracle sia o no un’opportunità da Fuoriclasse.