🎄EBITDA spiegato sotto l'albero.
“Quanto guadagna l’azienda con la sua attività principale, prima di tutte le voci extra e delle magie contabili?”
Caro Fuoriclasse,
benvenuto nella nostra nuova serie invernale: “La finanza sotto l’albero”.
Un progetto editoriale pensato per accompagnarti, le domeniche di mesi di Dicembre 25’ e Gennaio 26’, con contenuti leggeri ma solidi.
Con “La finanza sotto l’albero” potrai:
- 🎁 Capire concetti finanziari dei Fuoriclasse spiegati in modo semplice.
- 📈 Approfondire il metodo di investimento basato sulla filosofia del valore.
- 🍾 Tenere un occhio sui mercati anche durante il periodo delle festività, con leggerezza e professionalità.
Cominciamo con una parola che in molti usano, pochi capiscono davvero… e che oggi ti spieghiamo direttamente entrando nella Fabbrica di Babbo Natale.
Cos’è l’EBITDA
Partiamo dal nome:
EBITDA = Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization
In italiano: utile prima di interessi, tasse, deprezzamenti e ammortamenti.
Tradotto ancora meglio:
“Quanto guadagna l’azienda con la sua attività principale, prima di tutte le voci extra e delle magie contabili?”
L’EBITDA guarda solo al motore operativo dell’azienda:
ricavi che arrivano dal business vero (vendere prodotti o servizi),
costi necessari per portare avanti quel lavoro ogni giorno (materie prime, stipendi, energia, ecc.).
Restano fuori, per scelta:
gli interessi sui debiti,
le tasse,
le voci “non in contanti” come deprezzamenti e ammortamenti (perché una macchina si consuma nel tempo, ma non esce cash ogni anno per comprarla di nuovo).
Perché tutto questo?
Perché chi investe vuole prima capire se il business regge in piedi da solo, prima di preoccuparsi di come è finanziato o di come viene tassato.
🎅🏻Babbo Natale, gli elfi e l’EBITDA
Immagina la fabbrica di giocattoli di Babbo Natale al Polo Nord.
Gli elfi sono i dipendenti.
Le renne e la slitta sono la logistica.
I giocattoli sono il prodotto.
Mettiamoci qualche numero semplice, per una giornata “tipo”:
Babbo Natale riceve ordini (anticipati) da tutto il mondo per 1.000 € di giocattoli.
Per produrli spende:
300 € in materiali (legno, vernice, stoffa, elettronica…),
200 € per pagare gli elfi che lavorano in fabbrica,
100 € di bollette, energia, manutenzione quotidiana.
Finita la giornata, se facciamo:
1.000 € (ricavi) – (300 + 200 + 100 € di costi operativi) = 400 €
Quei 400 € sono il “quasi-guadagno” operativo della fabbrica:
questo è l’EBITDA della giornata di Babbo Natale.
Cosa non abbiamo ancora considerato?
Il mutuo contratto anni fa per costruire la fabbrica del Polo Nord (quindi gli interessi da pagare alla “Banca delle Renne”).
Le tasse che, volente o nolente, anche al Polo Nord prima o poi arrivano.
Il fatto che la grande macchina che impacchetta i regali, comprata 5 anni fa, si consuma e un giorno andrà sostituita (ammortamento).
L’EBITDA ti dice:
“La fabbrica di Babbo Natale, solo per come lavora ogni giorno, gira bene o gira male?”
Non ti dice ancora se, alla fine di tutti i conti, Babbo Natale è davvero ricco o se sta tirando avanti a fatica.
Perché piace (e perché può ingannare)
Agli investitori, l’EBITDA piace perché:
È facile da trovare nei bilanci (spesso è già calcolato).
È comodo da confrontare tra aziende, anche se hanno regimi fiscali diversi.
Aiuta a capire se il core business è sano: l’azienda genera valore dalla sua attività, oppure vive di trucchi fiscali e finanziari?
Però c’è un punto delicato.
Un’azienda può avere un EBITDA molto positivo e allo stesso tempo:
essere schiacciata dai debiti,
dover sostituire a breve impianti costosissimi,
avere spese strutturali che il solo EBITDA non fa emergere.
Non a caso, investitori come Charlie Munger sono stati spesso molto critici sull’uso eccessivo dell’EBITDA: se lo guardi da solo, rischia di diventare una specie di “utile truccato”, che ignora costi reali e inevitabili.
Consiglio da tenere sotto l’albero 🎁
Pensa all’EBITDA così:
È come contare i soldi che restano a Babbo Natale dopo aver pagato elfi, materiali e bollette… ma prima di pensare alle rate del mutuo, alle tasse e al costo di sostituire le macchine.
Ti dice se il motore operativo gira, ma non ti dice se l’intera slitta è sostenibile nel lungo periodo.
Quando analizzi un’azienda (o valuti un investimento):
usa l’EBITDA per capire se il business crea valore ogni giorno,
ma non fermarti lì: guarda debito, cash flow, investimenti necessari e utili effettivi.
È un ottimo primo filtro, non il giudizio finale.
A domenica prossima, con un altro concetto chiave della finanza spiegato sotto l’albero.
Parleremo di P/E (Price/Earnings), ovvero: quanto costa ogni euro di profitto generato da un’azienda?
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