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💹Factset: un Fuoriclasse dovrebbe investire nel titolo?

Factset è alle prese con una delle sfide più profonde. l’AI cambierà il modello di business? Oppure l’avvento dell’AI rappresenta l’opportunità di prezzo che la correzione ha creato?

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Fuoriclasse
ott 23, 2025
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Caro Fuoriclasse,

in questa newsletter analizziamo un’azienda storica dell’informazione finanziaria: Factset.

Factset è alle prese con una delle sfide più profonde della sua storia recente. Dopo anni di crescita stabile e margini elevati, l’azienda si trova oggi di fronte a una trasformazione che può ridefinirne l’identità: l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa.

L’AI rappresenta al tempo stesso un motore di innovazione e una minaccia strutturale. Da un lato, promette di rendere i processi più efficienti e di ampliare i servizi offerti ai clienti; dall’altro, rischia di mettere in discussione il modello di business su cui si fonda da decenni, quello basato su abbonamenti a piattaforme integrate e dati proprietari.

I margini iniziano a comprimersi, gli investimenti, soprattutto nell’AI crescono e la competizione — alimentata da modelli open source e agenti intelligenti in grado di analizzare dati in tempo reale — diventa sempre più aggressiva.

È un passaggio cruciale per capire non solo il destino di questa società, ma anche una tendenza più ampia: come l’intelligenza artificiale stia riscrivendo le regole di ogni business fondato sulla conoscenza.

La domanda che dovrebbe porsi un Fuoriclasse è: l’AI cambierà il modello di business? Oppure l’avvento dell’AI rappresenta l’opportunità di prezzo che la correzione ha creato?

Per rispondere a questa domanda è necessario analizzare il business per scoprire se un Fuoriclasse dovrebbe o no investire in Factset.


1. Il Business

Introduzione

FactSet Research Systems Inc. è stata fondata nel 1978 e si è quotata in borsa nel giugno 1996. FactSet è uno dei principali fornitori globali di dati e analisi finanziarie. Integra contenuti provenienti da centinaia di database con sofisticati strumenti analitici su un’unica piattaforma digitale, supportando l’intero processo di investimento — dalla ricerca iniziale alla costruzione di portafogli, fino al reporting finale — per professionisti buy-side e sell-side.

Al 31 agosto 2024, l’azienda contava 12.398 dipendenti, oltre 8.200 clienti e più di 216.000 utenti professionali in tutto il mondo, tra cui gestori patrimoniali istituzionali, banche d’investimento, hedge fund, private equity e venture capital.

Il modello di business si basa su abbonamenti ricorrenti a dati, analisi e soluzioni multi-asset integrate nella piattaforma FactSet, che include:

  • Workstation finanziarie personalizzabili (desktop e mobile);

  • Soluzioni di analisi di portafoglio, rischio e performance;

  • Feed di dati e API per l’integrazione con sistemi esterni;

  • Soluzioni cloud e servizi gestiti che estendono i team interni dei clienti.

Una divisione strategica è CUSIP Global Services (CGS), che fornisce codici identificativi e file master di sicurezza utilizzati per le funzioni critiche di front, middle e back-office nel settore degli investimenti.

FactSet opera attraverso tre segmenti geografici di rendicontazione:

  1. Americhe,

  2. EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa),

  3. Asia-Pacifico.

Nel 2024, l’organizzazione interna è stata riallineata per tipologia di clientela — Institutional Buyside, Dealmakers, Wealth and Partnerships e CUSIP Global Services — con l’obiettivo di migliorare la focalizzazione commerciale e l’efficienza operativa, pur mantenendo invariata la struttura dei segmenti di bilancio.

Strategia e prospettive

La società ha sviluppato un modello di business solido e ricorrente, fondato su abbonamenti che forniscono dati, analisi e soluzioni integrate al settore dei servizi finanziari. È particolarmente conosciuta per la propria piattaforma di ricerca e analisi desktop, utilizzata sia da gestori patrimoniali (buy-side) sia da banche d’investimento (sell-side).

Il buy-side istituzionale — che include gestori patrimoniali, investitori e hedge fund — rappresenta circa la metà dei ricavi totali, mentre sommando anche i dealmakers (banche d’investimento) si arriva a circa il 70% del valore annuale delle sottoscrizioni (ASV). Tuttavia, si tratta dei segmenti a crescita più lenta, a causa della maturità del mercato e della volatilità dell’attività di M&A. Le aree a maggior potenziale espansivo sono invece la gestione patrimoniale, le partnership strategiche e la divisione CUSIP Global Services, che insieme generano poco più del 30% dell’ASV complessivo.

La crescita dell’azienda è stata prevalentemente organica, sostenuta da acquisizioni mirate volte a rafforzare il portafoglio dati e le capacità tecnologiche. L’operazione più rilevante è stata l’acquisizione di CUSIP Global Services da S&P Global nel 2022, per 1,9 miliardi di dollari — la più grande nella storia del gruppo.

Sul piano reddituale, i margini operativi rettificati si sono storicamente mantenuti tra il 35% e il 38%, ma le spese crescenti in infrastruttura, ricerca e intelligenza artificiale generativa (AI) stanno esercitando pressioni sulla redditività. Le previsioni per l’anno fiscale 2026 indicano un margine del 34,8%, in calo rispetto al 36,3% del 2025, rendendo più difficile raggiungere l’obiettivo di medio termine (37–38%) annunciato all’Investor Day di settembre 2024.

Modello di Business

FactSet fornisce dati finanziari e strumenti analitici a investitori istituzionali, banche, gestori patrimoniali e società di consulenza, attraverso quattro principali flussi di lavoro: ricerca, analisi e trading, contenuti e tecnologia (CTS) e gestione patrimoniale.

1. Ricerca e analisi fondamentale

Il prodotto di punta di FactSet è la piattaforma desktop, utilizzata da professionisti buy-side e sell-side per analizzare società, monitorare i mercati e generare idee di investimento.
Il sistema integra dati provenienti da fonti terze — borse, broker, media finanziari e provider specializzati — insieme a dataset proprietari, come le catene di fornitura e la ripartizione geografica dei ricavi.

In questo segmento, FactSet compete con S&P Capital IQ, Refinitiv e, nel segmento premium, Bloomberg.
Sebbene alcuni contenuti proprietari rappresentino un vantaggio, la differenziazione tende a ridursi con la nascita di alternative comparabili. La vera barriera all’uscita per i clienti risiede nei costi di switching elevati: una volta integrata la piattaforma nei processi operativi, la migrazione verso altri sistemi comporta complessità operative, formazione e riconfigurazione dei workflow.

2. Analisi, trading e risk management

FactSet offre strumenti per la costruzione e gestione dei portafogli, l’analisi del rischio, la misurazione delle performance e la gestione ordini.
In questo ambito, la società compete con MSCI, Qontigo (Deutsche Börse), Aladdin (BlackRock), Bloomberg e Charles River Development (State Street).
L’elevato livello di integrazione nei processi buy-side crea un forte effetto di lock-in: cambiare fornitore risulta complesso, garantendo così una base clienti stabile e un vantaggio competitivo basato sui costi di sostituzione.

3. Content & Technology Solutions (CTS)

La divisione CTS, che include CUSIP Global Services (acquisita nel 2022), fornisce dati tramite feed diretti e API, permettendo ai clienti — come hedge fund e fondi quantitativi — di integrare i contenuti FactSet nei propri modelli e algoritmi proprietari.
Pur mostrando una crescita robusta, il segmento resta altamente competitivo: S&P Global e altri player mantengono posizioni forti, e i costi di switching, pur significativi, non sempre bastano a creare un ampio margine competitivo.

4. Wealth Management

Negli ultimi anni FactSet ha ampliato la presenza nel wealth management, adattando i propri contenuti e strumenti alle esigenze dei consulenti finanziari.
Il segmento presenta buone prospettive di crescita, grazie a una minore pressione sulle commissioni rispetto al mercato istituzionale, ma i margini restano limitati dalla capacità di spesa inferiore dei clienti retail.
Le workstation destinate a questo pubblico hanno infatti un prezzo medio più basso rispetto ai desktop per l’investment management.
Nonostante partnership rilevanti — come quella con Merrill Lynch — la competizione resta intensa, con player affermati (Refinitiv) e nuovi operatori (YCharts).

Tipologia di Clientela

L’organizzazione commerciale è articolata per linee di business, ciascuna con un’offerta specifica:

  • Institutional Buyside – fornisce soluzioni multi-asset per gestori patrimoniali, investitori istituzionali e hedge fund, coprendo l’intero ciclo di vita del portafoglio (ricerca, costruzione, gestione e reporting). Oltre alle workstation, l’offerta include servizi gestiti e soluzioni dati/API per il front e middle office.

  • Dealmakers – serve investment banker, analisti sell-side, società di private equity e venture capital, offrendo strumenti per M&A, ricerca, valutazioni e presentazioni. Integra dati proprietari e di terze parti con funzionalità CRM e RMS (Research Management System).

  • Wealth – dedicata a gestori patrimoniali e consulenti finanziari, offre workstation web, dashboard di portafoglio e API integrabili nei software CRM, migliorando l’efficienza dei processi di consulenza e reportistica.

  • Partnerships & CUSIP Global Services (CGS) – fornisce soluzioni dati e tecnologiche a partner dell’ecosistema finanziario e gestisce gli identificativi CUSIP, CINS e ISIN a livello globale, una funzione critica per il settore degli investimenti.

Il modello di business è fondato su ricavi ricorrenti da abbonamenti (ASV), che rappresentano i flussi previsti nei successivi 12 mesi. Al 31 agosto 2024, l’azienda contava 8.217 clienti e oltre 216.000 utenti professionali, con un tasso di retention del 95% in termini di ASV e del 90% in termini di clienti. I clienti buy-side rappresentano la maggior parte.

Come mai cosi’ tanti clienti buyside?

  1. Il buy-side è strutturalmente più grande e più stabile: Il buy-side (gestori patrimoniali, fondi pensione, assicurazioni, hedge fund, private equity, wealth manager) rappresenta la parte della finanza che gestisce il capitale — e quindi ha esigenze continue di dati, analisi e reporting. Ogni portafoglio richiede monitoraggio quotidiano, gestione del rischio, analisi di performance, ottimizzazione e reporting per i clienti o per la regolamentazione. Tutte queste funzioni sono integrate nella piattaforma FactSet e si prestano perfettamente a un modello di abbonamento stabile e ricorrente. Il sell-side (banche d’investimento, broker, società di ricerca), al contrario, è più ciclico: le esigenze di dati e analisi aumentano nei periodi di intensa attività di M&A o IPO, ma si riducono nei momenti di rallentamento.

  2. I clienti sell-side (banche d’investimento, broker, società di ricerca) invece producono internamente analisi e stime, basandosi su modelli proprietari e database interni. Molti grandi player hanno sviluppato infrastrutture e tool proprietari per la ricerca (come Refinitiv o Bloomberg Terminal) e dunque dipendono meno da piattaforme esterne come FactSet per la parte di analisi fondamentale.

  3. Il buy-side cerca dati indipendenti e integrazione personalizzata: Il vantaggio competitivo di FactSet è offrire una piattaforma aperta, personalizzabile e con dati integrabili tramite API e feed diretti — una soluzione ideale per chi vuole costruire analisi proprietarie partendo da dati indipendenti. Il buy-side, che vive di “alpha generation” (ricerca di rendimento superiore al mercato), valorizza enormemente l’indipendenza dei dati e la flessibilità dell’analisi. Il sell-side, invece, tende a privilegiare velocità e distribuzione, cioè piattaforme che permettano di pubblicare ricerche e comunicare rapidamente con i clienti (funzionalità che Bloomberg e Refinitiv dominano).

  4. Il modello di abbonamento favorisce il buy-side: I ricavi ricorrenti (ASV) dipendono da contratti pluriennali e licenze multi-utente, tipici delle grandi società di gestione e dei fondi istituzionali. Una banca d’investimento può avere decine di analisti che usano FactSet, ma un grande gestore patrimoniale ne può avere centinaia o migliaia, e soprattutto non interrompe il servizio nemmeno in fasi di mercato difficili. Questo spiega perché la retention del 95% si regga quasi interamente sulla solidità del buy-side.

  5. Il posizionamento storico dell’azienda: Infine, FactSet è nata e si è sviluppata come piattaforma di ricerca e analisi per gestori buy-side: la sua identità è sempre stata quella di uno strumento per chi “pensa in orizzonte lungo”, più che per chi fa trading o operazioni. Col tempo ha ampliato l’offerta anche al sell-side, ma il cuore del business rimane il supporto a portfolio management, risk analysis e performance reporting — attività tipicamente buy-side.

Recenti risultati: 4Q25 e Outlook FY2026

FactSet ha chiuso il quarto trimestre fiscale con risultati complessivamente solidi sul fronte dei ricavi, ma con margini in calo e una guidance per il FY2026 inferiore alle attese, fattori che hanno penalizzato il titolo in borsa.

Risultati del trimestre
La crescita organica dei ricavi è stata del +4,5% su base annua, sostenuta dalle divisioni wealth management, banche, hedge fund e data solutions, sebbene parzialmente compensata da prezzi medi più bassi e dalla normalizzazione dei bonus.
L’utile per azione rettificato (EPS) si è attestato a 4,05 dollari, in calo del 2%, mentre il margine operativo rettificato è sceso al 33,8% (–200 punti base rispetto all’anno precedente), a causa di maggiori investimenti in intelligenza artificiale generativa (GenAI), infrastruttura e integrazione delle recenti acquisizioni Irwin e LiquidityBook.

Guidance e prospettive 2026
Per l’esercizio fiscale 2026, FactSet prevede:

  • Ricavi compresi tra 2,423 e 2,448 miliardi di dollari, sostanzialmente in linea con le stime di consenso;

  • Margine operativo rettificato tra 34,0% e 35,5%, in calo rispetto al 36,3% del FY2025 e sotto le attese del mercato (37,1%);

  • EPS rettificato atteso tra 16,90 e 17,60 dollari, contro una stima di consenso di 18,25 dollari.

Il management ha confermato la guidance 2025, sostenuta da una pipeline solida, un miglioramento della retention dei clienti e una domanda in crescita su più segmenti, ma ha indicato che i margini resteranno sotto pressione a causa dei continui investimenti in AI e infrastruttura.

Aspetti positivi
Nonostante le difficoltà sui margini, emergono segnali incoraggiant
i:

  • La crescita organica dei ricavi è leggermente accelerata rispetto al trimestre precedente (+4,5% vs +4,4%);

  • Il valore medio delle vendite organiche (ASV), indicatore anticipatore dei ricavi futuri, è aumentato del 5,7% (dal 4,5% del Q3).

La GenAI sta inoltre diventando un importante motore di crescita, contribuendo tra 30 e 50 punti base alla crescita complessiva dell’ASV, con prodotti come Pitch Creator e Portfolio Commentary in rapido sviluppo.

Valutazione e implicazioni
La reazione negativa del mercato riflette soprattutto la prospettiva di margini più compressi.
Aggiornando il modello con un’espansione del margine più limitata e un’aliquota fiscale leggermente superiore, la stima di fair value viene ridotta da $415 a $385, mantenendo un rating a fossato ristretto (narrow moat).

Contesto e sentiment di mercato
Dall’inizio dell’anno, il titolo FactSet ha perso oltre il 30%, contro un +13% dell’indice Morningstar US Market. Il calo riflette:

  • il ricambio nel management (con l’arrivo del nuovo CEO l’8 settembre e la nomina di Malcolm Frank a Presidente il 18 settembre);

  • la forte concorrenza nel mercato dei dati finanziari;

  • i timori sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul modello di business tradizionale.

A luglio, il London Stock Exchange Group (LSE) – proprietario di Refinitiv, principale competitor – ha segnalato la presenza di “prezzi irrazionalmente bassi” nel mercato dei dati finanziari, confermando un contesto competitivo complesso per l’intero settore.


2. Quali sono i motivi che hanno portato alla correzione dell’azione?

Factset ha vissuto nell’ultimo anno una delle correzioni peggiori dal 2008:

1. Disintermediazione da parte dell’IA generativa

L’adozione diffusa di agenti AI gratuiti o open source in grado di interrogare database pubblici o proprietari in tempo reale rappresenta un rischio diretto per il modello “closed terminal” di FactSet.
Se gli utenti potranno ottenere analisi, dati o insight tramite agenti autonomi (es. ChatGPT, Perplexity o Copilot), la necessità di abbonarsi a piattaforme integrate e costose come FactSet potrebbe diminuire, erodendo progressivamente la base clienti e i margini.

➡️ Rischio strutturale: disintermediazione tecnologica e compressione del valore percepito dei terminali finanziari.

2. Erosione del pricing power

La presenza di alternative low-cost o open source, insieme alla crescente concorrenza da parte di altri provider (Bloomberg, Refinitiv, S&P Global Market Intelligence), può spingere gli operatori a rivedere le strategie di prezzo.
Con la diffusione dell’IA, gli utenti si aspettano più automazione e personalizzazione a costi inferiori, mettendo pressione sui ricavi medi per cliente (ARPU) e rendendo difficile mantenere margini storicamente elevati (35–38%).

➡️ Rischio operativo: compressione dei margini a causa della concorrenza sui prezzi.

3. Elevata intensità di investimento

Per restare competitiva, FactSet deve investire pesantemente in AI, infrastrutture cloud e integrazione di dati multimodali, come dimostrato dal calo dei margini nel 2024 (–270 bps).
Questa necessità di reinvestimento costante riduce la visibilità sui ritorni e potrebbe ritardare l’espansione dei margini operativi o persino comprimerli ulteriormente nel medio periodo.

➡️ Rischio finanziario: pressione strutturale sulla redditività per mantenere l’innovazione.

4. Dipendenza dal modello a sottoscrizione

Il business di FactSet è basato quasi interamente su ricavi ricorrenti da abbonamenti (ASV).
In caso di rallentamento della domanda nel settore buy-side o di razionalizzazione della spesa IT da parte di banche e gestori, anche un modesto incremento del churn rate può incidere significativamente sulla crescita complessiva dei ricavi, data la bassa elasticità del modello.

➡️ Rischio di domanda: esposizione ciclica al sentiment e ai budget IT del settore finanziario.

5. Rischio competitivo nel mercato dei dati finanziari

Il mercato dei financial data & analytics è fortemente competitivo e dominato da player con maggiore scala e risorse (Bloomberg, S&P Global, LSEG/Refinitiv, Morningstar).
In un contesto di consolidamento del settore, FactSet rischia di essere sopraffatta da operatori più grandi o di dover cedere margini per difendere le proprie quote di mercato.

➡️ Rischio competitivo: perdita di quota di mercato o potenziale acquisizione in un settore concentrato.

6. Governance e transizione manageriale

Il recente ricambio al vertice (nuovo CEO a settembre 2024) e la nomina di un nuovo presidente del CdA implicano una fase di transizione gestionale.
Nel breve termine, ciò può generare incertezza strategica, soprattutto riguardo alle priorità di investimento in AI e M&A.

➡️ Rischio di esecuzione: difficoltà nel mantenere coerenza strategica e stabilità durante il cambiamento di leadership.

Questa correzione non ha colpito solo Factset ma tutti i suoi competitor principali:


3. Crescita

FactSet continua a guadagnare terreno sostituendo fornitori esistenti e ampliando la propria presenza presso clienti già acquisiti, con risultati particolarmente brillanti nei segmenti del private equity e del venture capital.

Nell’area corporate, quasi metà dei nuovi contratti proviene da competitor, anche grazie all’integrazione di Irwin. Le vendite nella divisione wealth management sono quasi raddoppiate, mentre il cross-selling di prodotti off-platform è cresciuto del 50%.

I nuovi guadagni di quota derivano soprattutto da operatori di nicchia o specializzati, piuttosto che dai grandi player come Bloomberg, S&P Global o Refinitiv. FactSet si distingue offrendo soluzioni integrate, flessibili e più convenienti.

Per sostenere la crescita e consolidare il proprio ruolo di partner strategico nell’ecosistema finanziario globale, la società punta su tre direttrici principali:

  1. Ampliamento dei dati – espansione continua del catalogo proprietario e di terze parti, con enfasi su dataset settoriali, ESG e mercati in tempo reale, utili anche per le future applicazioni di intelligenza artificiale.

  2. Integrazione nei processi dei clienti – maggiore penetrazione nei flussi di lavoro del front e middle office buy-side, attraverso soluzioni automatizzate per ricerca, modellazione e reporting digitale.

  3. Innovazione tramite AI – sviluppo di strumenti generativi, come il Portfolio Commentary e le query in linguaggio naturale, con un approccio aperto e pragmatico che rafforza il vantaggio competitivo.

In un settore fintech sempre più concentrato, FactSet presenta inoltre le caratteristiche tipiche dei potenziali target strategici: ricavi ricorrenti, visibilità elevata e forte fidelizzazione della clientela — elementi che la rendono appetibile anche per eventuali operazioni di M&A o investimenti da parte di fondi di private equity.

La crescita storica di Factset è stata del 8-9% delle revenue CAGR.


4. Management

L’azienda ha appena cambiato il CEO, lascia infatti Phil Snow dopo 30 anni in azienda. Al suo posto entra Sanoke Viswanathan, dopo ~15 anni in JPMorgan.

Come ha lavorato il management (ultimo decennio)

Capitale agli azionisti

  • Dividendi: pagati in modo continuo e crescente.

  • Buyback: riacquisti ricorrenti (diversi anni con esborsi >200–300 mln) con una pausa/normalizzazione attorno al 2020 e nuova attività nel 2023–2024. In parallelo, qualche emissione di azioni (limitata) per stock-based compensation o piccole operazioni.

Reinvestimento e redditività

  • ROIC: dai valori molto alti di inizio periodo (30%+) a mid-teens/high-teens più recenti (≈16–18% LTM). Restano sopra il costo del capitale, quindi il reinvestimento crea valore.

  • ROE: strutturalmente elevato, ma in discesa dal picco storico; negli ultimi anni ~28–33% (ancora best-in-class nel data/analytics).

  • Margini: buoni ma sotto pressione per capex/opex su AI, infrastruttura e integrazioni (es. CGS, Irwin, LiquidityBook).

Crescita degli utili trattenuti vs valore creato

  • Retained earnings (saldo a bilancio) sono cresciuti da ~$0,7 mld (2013) a ~$2,2 mld (LTM 2025), segnale di utili trattenuti e reinvestiti con disciplina.

  • Market cap storica è passata da ~$4,3 mld (2013) a ~$14 mld (2025).

    • Quindi i retained earnings non superano la market cap: il valore di mercato riflette utili attesi futuri, multipli e qualità/posizione competitiva oltre agli utili trattenuti. Detto questo, l’incremento di market cap è molto superiore all’aumento degli utili trattenuti, segnale di creazione di valore (spread ROIC-WACC positivo + aspettative di crescita).

Valutazione del track record

  • Capitale ben allocato: combinazione bilanciata di dividendi + buyback + M&A mirate (CGS 2022) e R&D/AI.

  • Qualità operativa: ROIC e ROE restano su livelli “quality compounder”, pur con normalizzazione vs dieci anni fa.

  • Trade-off recente**: margini un po’ sotto i massimi per spinta su AI/cloud e costi d’integrazione—scelta coerente con il mantenimento del moat.

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